Era il 1991 quando il nostro Lagotto romagnolo veniva finalmente riconosciuto ufficialmente come tredicesima razza canina dall'ENCI: l'Italia aveva fatto tredici! non solo perché le razze italiane riconosciute arrivavano a tredici, ma anche perché eravamo entrati in possesso di un patrimonio cinofilo e culturale grazie a questo cane antichissimo tirato fuori dall'oblio e riportato a noi con lo scopo preciso di salvaguardarne la funzione di cercatore di tartufi. Oggi, riconosciuto anche dalla FCI questo cane autoctono ha iniziato a farsi vedere in tutte le manifestazioni nazionali ed internazionali riscuotendo gli apprezzamenti di tutti, non solo per il suo carattere gioviale ed allegro ma anche per la robustezza fisica e rusticità, non disgiunti da un armonico equilibrio delle masse.
Cosa succede a distanza di diciassette anni?
Succede che il lagotto è ormai diventato popolare come merita e sempre più persone si avvicinano ogni giorno di più ad apprezzarne le qualità, non solo lavorative ma anche come semplice cane da famiglia.
A questo punto conviene fare però molta attenzione, perché se è vero che nei ring di esposizione vediamo ottimi soggetti, ben rappresentanti lo standard, in giro, per le strade, si vedono molti cani ricci con difetti più o meno marcati.
Quelli più usuali che si incontrano, sono dovuti a strutture leggere, naturalmente accompagnati da crani stretti e musi conici.
Una struttura leggera presenta diametri insufficienti , ossa leggere e masse muscolari scarse, non proprio adatte ad un cane che deve lavorare a volte per giornate intere. Un cranio stretto si accompagna a stop poco pronunciato e quindi a occhi non in posizione sub-frontale e tondeggianti. Come pure un muso conico, non avrà mai dei bellissimi incisivi in linea, con canini ben distanziati e presenterà il margine anteriore del muso poco piatto.
Anche il mantello spesso nei cani non selezionati si discosta dallo standard poco riccio o ipertoelettato.
Voglio ricordare due punti dello standard per meglio spiegare perché non dobbiamo allontanarci da esso per salvaguardare quel lagotto che con tanta fatica è stato recuperato.
ASPETTO GENERALE: Il lagotto è un cane di mole medio-piccola, di aspetto rustico, fortemente costruito e molto ben proporzionato, con pelo fitto e ricciuto a tessitura lanosa.
MANTELLO: Pelo a tessitura lanosa, semiruvido in superficie, a riccio molto stretto, incurvato ad anello, con evidente sottopelo.
Come spesso il dott. Giovanni Morsiani, Presidente del Club Italiano Lagotto ha avuto modo di precisare, l'iper toelettatura discosta il lagotto da un carattere di tipo molto importante quale appunto l'aspetto rustico, gli fa perdere la semiruvidità della superfice e non consente al pelo la classica arricciatura stretta incurvata ad anello.
“… A noi razza convien aspra e ricciuta…Poema “La caccia” di Erasmo di Valvasone del 1591”
“ Eugenio Raimondi nel suo libro “Delle cacce” del 1630 dice: son cani ricciuti di pelo ispido et duro…” (Giovanni Morsiani 1° convegno nazionale sul Lagotto romagnolo Ravenna 1992).
Rustico ausiliario del tartufaio, rustico re dei boschi, il termine rustico, da non confondere con sporco o trascurato e trasandato, ricorre molto spesso e non dobbiamo mai perderlo di vista.
In ogni occasione è stato più volte ribadito il concetto di rusticità del lagotto romagnolo che ha proprio in questa specificità di pelo una importantissima caratteristica di razza, legata al tipo di lavoro e che lo rende diverso da tutte le altre razze. Purtroppo, ogni tanto, anche nei ring, si vede qualche soggetto ipertoelettato. Modificare il mantello con toelettature non appropriate, altera una importante caratteristica di tipo facendo apparire il lagotto più un lezioso cane da compagnia che quel rustico ausiliario per la cerca del tartufo qual è.
Il Club, molto attivo, ha emanato delle direttive alle quali sarebbe bene porre più attenzione (specialmente i giudici). Una acconciatura del mantello eccessivamente elaborata e quindi una iper toelettatura che gonfia il sottopelo, che gonfia la zona del carpo e del metacarpo, facendolo apparire perfettamente perpendicolare all'avambraccio (l'inclinazione del metacarpo è di 75°/80°), alterano l'aspetto morfologico e quindi devono essere severamente penalizzati nei giudizi fino alla esclusione stessa del soggetto. L'integrazione allo standard precisa: “il mantello toelettato dovrà avere uno spessore di circa quattro centimetri, così da seguire uniformemente le linee del cane. Potrà essere più lungo sulla testa ma non dovrà nascondere gli occhi. E' consentita la rasatura dell'area genitale ed anale. Il pelo cotonato come nel Barbone e nel Bichon frisè, rasato o comunque ipertoelettato – in qualsiasi forma – è motivo di esclusione dal giudizio. Una toelettatura corretta e sobria contribuisce a mantenere e ad accentuare la naturale rusticità tipica della razza”.
Ci sarebbe ancora molto, ma penso che per ora il punto a diciassette anni di distanza può sintetizzarsi così: in ring ci sono davvero tanti ottimi soggetti ben rispettosi della standard, ma è già allarme per quanto riguarda gli sprovveduti, sempre pronti ad approfittare della popolarità di una razza. Attenzione!
Milillo Domenico
giudice Enci specialista per la razza Lagotto romagnolo esperto comportamentista cinofilo titolare dei “Re d’Abruzzo” affisso riconosciuto ENCI-FCI
www.lagottodeiredabruzzo.it
milillodomenico@libero.it
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