Le ricerche etologiche e psicologiche hanno suggerito che il gioco è un potente mediatore ingrado di attivare l’apprendimento negli individui in ogni periodo della loro vita. Il gioco è un ambiente di sviluppo della creatività e di miglioramento del processo di apprendimento. Esso si presenta come una miscela eterogenea di comportamenti che normalmente vengono presentati separatamente. Per questo motivo i moduli del gioco non possono essere inquadrati chiaramente in una definizione operativa unitaria, in quanto il repertorio dei comportamenti di gioco si presenta vario e multiforme, comprendendo differenti e molto spesso opposte attività.
Più volte è stato osservato che il gioco e le capacità di un individuo di esprimere delle attività ludiche sono strettamente collegati alla rappresentazione intenzionale di un’azione degli individui di una determinata specie. Nelle specie più evolute esiste una demarcazione molto netta tra i comportamenti “seri” e le attività di gioco, poiché gli individui di queste specie fanno precedere le attività di gioco da un segnale, che indica la separazione o il salto tra i due tipi di comportamento. Nei nostri cani questo segnale è chiaramente identificabile nell’inchino, la tipica postura in cui il cane si appoggia sui gomiti delle zampe anteriori, mantenendo sollevato il posteriore. Questa particolare postura espressiva indica al destinatario del messaggio che le attività che verranno compiute a seguito del segnale devono essere interpretate unicamente come gioco e finzione della condotta che verrà manifestata, anche se verranno utilizzati comportamenti singoli o moduli comportamentali che di solito vengono funzionalmente utilizzati “sul serio”.
Bateson (1955) chiama meta-comunicazione la capacità di assegnare a determinati comportamenti un significato diverso da quello strettamente funzionale e considera il gioco appunto un fenomeno in cui le azioni di “gioco” sono in relazione con altre azioni di “non gioco”, e quindi un esempio di meta-comunicazione, in quanto i segnali e i messaggi scambiati nel contesto ludico stanno per altri eventi.
Alcune caratteristiche descrittive del gioco vengono accettate dalla maggioranza degli studiosi:
1. il gioco è piacevole, è divertente ed è valutato in modo positivo da chi lo svolge;
2. il gioco non ha scopi estrinseci. È un godimento di mezzi che non ha particolari fini e pertanto in termini utilitaristici è in sé improduttivo;
3. il gioco è spontaneo e volontario. Non è obbligatorio, ma scelto liberamente;
4. tutti i giochi richiedono la comprensione da parte dei partecipanti del fatto che ciò che si fa non è ciò che sembra.
È possibile delineare almeno tre forme di gioco:
1. gioco locomotorio: eseguito di solito in modo solitario, si compone di salti, corse
improvvise,ecc.
2. gioco con oggetti: nel quale vengono utilizzati oggetti senza che però ci sia una
funzione strumentale diretta;
3. gioco sociale: che può essere contemporaneamente sia locomotorio e con oggetti ma che prevede inoltre un contatto con altri individui conspecifici e non; si esprime attraverso agguati, inseguimenti, lotte, morsi ecc.