EFFETTI INDESIDERATI
Vasodilatazione per vasoparalisi
Questo meccanismo è una risposta fisiologica che rappresenta la principale controindicazione all’uso prolungato del freddo. Un abbassamento della temperatura troppo protratto nel tempo attiva alcuni meccanismi riflessi di termoregolazione: l’organismo risponde dilatando i vasi arteriosi profondi e incrementando l’apporto di sangue al tessuto trattato. Questa risposta paradossa è nota a noi tutti come la comune sensazione di calore che si percepisce alle estremità degli arti dopo esposizione prolungata ad una temperatura rigida. L’inevitabile risultato indesiderato è il potenziamento delle manifestazioni dell’infiammazione acuta (rossore, dolore, gonfiore).
Riduzione delle proprietà elastiche dei tessuti
Perdita di sensibilità e temporanea paresi
(Possono evidenziarsi solo a carico di nervi perifericiche decorrono più superficialmente).
Degradazione proteica
Un abbassamento della temperatura locale al di sotto dei 15° C può dare inizio alla degradazione delle proteine, con conseguente danno al tessuto.
Congelamento superficiale
È il risultato della morte cellulare che si produce in seguito alla formazione di cristalli all’interno delle cellule.
Indicazioni
L’applicazione del freddo è indicata in tutti quegli stati di infiammazione acuta derivante da qualsiasi tipo di trauma:
lacerazioni e contusioni dei tessuti molli;
distorsioni e stiramenti muscolari, tendinei e legamentosi;
fratture;
mialgie e spasmo muscolare.
I maggiori benefici in questi casi si hanno entro le prime 48-72 ore dal trauma o fino a che sono ancora evidenti i segni tipici della fase infiammatoria acuta: rossore, calore, gonfiore, dolore.
Il freddo può essere applicato anche nel periodo che segue un’operazione chirurgica, specialmente se si tratta di un intervento a carico dell’apparato muscolo-scheletrico; sarà indispensabile trattare la parte interessata senza esporre la ferita chirurgica al contatto diretto col veicolo del freddo.
Il trattamento con il freddo può anche portare benefici a quei processi cronici con elevata tendenza alla riacutizzazione, come artriti, malattie articolari degenerative (artrosi) e tendiniti, specialmente se applicato dopo l’esercizio o dopo la seduta fisioterapica.
Il freddo può essere alternato all’applicazione del caldo in occasioni in cui la normale circolazione venosa è compromessa, come durante la fase subacuta o cronica di alcune condizioni traumatiche e infiammatorie. Applicazioni alternate di caldo e di freddo, producendo rispettivamente vasodilatazione e vasocostrizione, determinano un incremento del flusso sanguigno nella parte trattata.
Controindicazioni
Risulta assolutamente controindicato il trattamento di parti traumatizzate, se complicate da lesioni ischemiche o vasculiti o zone in cui la percezione sensoriale risulta alterata a causa di danni al sistema nervoso periferico.
Non si deve porre il veicolo del freddo non a diretto contatto con ferite aperte, piaghe e ferite chirurgiche perché la guarigione di queste può essere rallentata dall’ipotermia locale.
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