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HANDLING

Preparazione del cane da esposizione
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L'approccio col giudice

di Michele Caricato www.petinroom.com

“Scusa papi, non per essere polemico, ma chi era quel signore che stamattina continuava a guardarmi minacciosamente e mi palpava dappertutto? E perchè eri così nervoso ed agitato alla sua presenza? Non sarà mica pericolososo vero? Perchè io non vedo la ragione per la quale dobbiamo prestarci a questa attività così stressante per tutti e due.”
Spesso concentriamo tante delle nostre energie sulla preparazione tecnica del nostro amico per le esposizioni di bellezza saltando, totalmente, quello che è l’elemento fondamentale di tale preparazione e che, se ci va bene, ci provocherà, nel corso della carriera del nostro amico, molti problemi. In precedenti articoli ho già toccato questo argomento e, probabilmente, continuerò a parlarne e a pensarci ogni volta che si presenta l’occasione di programmare l’addestramento di un cane per lo show; e questo non solo perchè, per coscienza, è più corretto procedere così ma soprattutto per la consapevolezza che, nella gran parte dei casi, è proprio nell’approccio col giudice e nell’atteggiamento generale nel ring che il nostro “bello” avrà le maggiori penalizzazioni.
Arretrare quando si avvicina “l’esaminatore”, scartare, ringhiare o non lasciarsi toccare. Non stare fermo, fare gli occhi da condannato e portare la coda nel punto più remoto dell’universo sono, come potete ben immaginare, atteggiamenti che rendono infruttuoso tutto il lavoro di insegnamento e possono dare al giudice buoni elementi di penalizzazione e rendere spesso il nostro cane inguardabile. Come già detto troverete parecchi elementi per riflettere e lavorare in articoli e opinioni varie, io vorrei che ci soffermassimo su un paio di semplici accorgimenti che possono darci una grossa mano nel campo dell’atteggiamento del cane.
Per prima cosa possiamo imparare a sfruttare le esposizioni ed il loro ambiente per creare nel nostro amico un associazione positiva invece che negativa. Semplicemente facendogli vivere una giornata divertente giocando magari in un ring vuoto, facendo dei bei giri tra gli stand, rilassandoci con lui nella nostra postazione coccolandolo e magari condividendo qualcosa da mangiare. Lasciate che i curiosi lo accarezzino e che faccia conoscenza con qualche suo simile accondiscendente.
Per quello che riguarda il lavoro a casa l’esercizio ideale sarebbe quello del “cerchio”. Consiste nel chiedere la partecipazione di tre o quattro vostri amici che si dispongono attorno al cane, ad una distanza superiore ai tre metri e si alternano nel chiamarlo, offrirgli un premio e accarezzarlo.
La sequenza viene ripetuta finchè è il cane stesso che comincerà a dirigersi volontariamente verso l’estraneo sapendo che questi lo gratificherà con un bocconcino passando alla persona successiva non appena la prima avrà esaurito il suo ruolo e così via. La versione più semplice di questo esercizio (che presuppone una certa organizzazione e magari che paghiate una cena ai vostri amici) è quella di sfruttare, durante la normale passeggiata giornaliera, chiunque abbia voglia di avvicinarsi al vostro amico chiedendogli di allungargli un bocconcino (che voi gli fornirete) prima di accarezzarlo. Per quello che riguarda la socializzazione, le situazioni che meglio riproducono l’ambiente espositivo sono i mercati e la stazione ferroviaria ma ricordate che non basta che il vostro allievo si abitui a persone, cose e rumori. Spesso è il nostro atteggiamento quello che più stressa il cane e quindi è probabilmente su voi stessi che dovreste fare il training maggiore imparando a rimanere più sereni e rilassati quando siete in un ring. In linea di massima trovo molto utile concentrarmi sul lavoro, occuparmi che tutto sia perfetto durante la presentazione e godere della possibilità di verificare il livello raggiunto utilizzando la gara.
Più la vostra attenzione sarà spostata verso il cane e meno tempo avrete di pensare al risultato che, tolto rare eccezioni, non è proporzionale a quanto sudate, respirate affannosamente o vi agitate in qualsiasi altro modo. Per bene che vi vada il vostro amico infatti starà pensando a cosa fare e a cosa gli state chiedendo; difficilmente la sua mente lo porterà a chiedersi se prenderà il CAC o no anche perché, nel suo caso, è un incentivo troppo basso per dedicargli la pur minima considerazione.
Dopo che l’avete piazzato guardatelo ma non con gli occhi terrorizzati dalla paura che possa muoversi ma con quelli soddisfatti di chi osserva il proprio pupillo. Prima di iniziare a correre fategli una energica carezza e non partite come degli automi al primo comando del giudice. Fategli sentire che siete entusiasti di lui. Correre, per un cane, è cosa abbastanza naturale. Giuro. E la velocità media del cane più lento e sensibilmente maggiore della nostra anche quando ci impegniamo. Certo deve trottare; è un impegno. Ma se comincia a starvi dietro, a rallentare o a stancarsi prima di voi c’è sicuramente qualcosa che non va. Non va che siate sempre così rigidi, così seri e inquieti. Si merita che siate positivi, allegri e sereni in modo che capisca che la persona che è lì ad esaminarci non ha intenzioni cattive.
Nella pratica cercate, quando è possibile, di muovervi voi verso il giudice e lasciate la “perfezione” a quando il cane sarà adulto; da giovane siate tolleranti verso ogni errore tecnico a beneficio di un giusto atteggiamento. Se avrete fatto un buon lavoro infatti al vostro debutto il cane dovrebbe provare a saltare addosso al giudice e magari provare a dargli una bella leccata, e per chiunque abbia qualcosa da ridire, dategli appuntamento da qui ad un anno col vostro amico che avrà ancora voglia di esibirsi nei ring, farsi toccare e manipolare con piacere ben lontano da tutte le depressioni e le paure di molti suoi colleghi.

di Michele Caricato

 
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