Cari lettori,
la bella stagione, il caldo e le partenze per le vacanze… tornano ad accendere i riflettori su una ben nota problematica sociale: il fenomeno dell'abbandono degli animali.
Ogni estate, infatti, nonostante le molte campagne di sensibilizzazione, sono ancora troppi gli animali domestici che vengono crudelmente abbandonati.
I più “fortunati” vengono condotti in strutture di ricovero per animali (comunali o private) altri, invece, in campi e strade così lontani da casa da non lasciar loro alcun punto di riferimento per trovare la strada del ritorno ai luoghi familiari e c'è, infine, che viene barbaramente soppresso.
Non competendo a me l'espressione di un giudizio morale su ognuno di questi comportamenti, mi limito a sottolineare come ognuna delle azioni elencate costituisca un reato penalmente sanzionabile .Il progressivo evolversi della sensibilità collettiva nei confronti degli animali, connesso al crescente allarme sociale per la crescita dei suddetti fenomeni di abbandono e maltrattamento, hanno determinato – infatti - una serie di interventi legislativi finalizzati a trasformare la figura dell'animale da semplice “oggetto di diritti” ad un vero e proprio “soggetto di diritti”. Così, nel 2004, il legislatore italiano rinnovava il contenuto dell'art. 727 Cp e decideva di punire con l'arresto fino ad un anno e con l'ammenda fino ad € 10.000,00 “chiunque abbandona animali domestici” che abbiano acquisito le abitudini della cattività, così come “chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura che producano, agli stessi, gravi sofferenze” (Es. Cane alla catena, utilizzo del collare elettrico… ecc). Non si dimentichi, inoltre, come l'abbandono degli animali domestici rappresenti, inoltre, un atto di irresponsabilità sociale per le gravi conseguenze che ne possono derivare. Sono tristemente noti, infatti, i tanti episodi di incidenti stradali causati da animali domestici che si trovano costretti (in quanto crudelmente abbandonati) a vagare per le carreggiate – stradale e autostradali - affamati, assetati e, soprattutto, spaventati. In relazione a ciò è opportuno ricordare che colui che abbandona il proprio cane non solo è punibile penalmente ma è, altresì, responsabile civilmente per i danni che, in seguito all'abbandono, il cane possa aver cagionato (quali, a mero titolo d'esempio, un incidente stradale). In altre parole, il proprietario andrà soggetto sia ad un procedimento penale rischiando la condanna alle pene di cui sopra (un anno di arresto e ammenda di € 10.000,00) sia al risarcimento di tutti i danni (patrimoniali e non patrimoniali) patiti da soggetti terzi in conseguenza della sua illecita ed irresponsabile condotta. Si evidenzi, in ultimo, come anche chi decide di abbattere il proprio animale assume una decisione in contrasto con la legge posto che, il legislatore italiano punisce con la reclusione fino a 18 mesi colui che, per crudeltà e senza necessità, cagiona la morte di un animale (art. 544 bis c.p.). Laddove, pertanto, può essere tollerata l'eutanasia dell'animale malato e sofferente è, invece, considerato reato l'uccisione dell'animale domestico per mera crudeltà e senza una ragione che la giustifichi. Mi preme, in ultimo, tornare a sollecitare il buon senso di un proprietario di animale domestico laddove è evidente che l'adozione dell'animale sia consigliabile soltanto laddove si abbia la ragionevole certezza che - nei successivi anni di vita - si avrà modo e tempo di curarlo, accudirlo e amarlo. Nella malaugurata ipotesi in cui, successivamente, intervengano problemi tali da impedire al proprietario di prendersi cura del proprio animale (come, ad esempio, una malattia) un comportamento civilmente responsabile vorrebbe che il proprietario coscienzioso si mettesse in contatto con il Comune e/o le molteplici organizzazioni animaliste della sua città per essere aiutato a cercare una soluzione adeguata per il ricovero e/o l'accudimento del proprio animale. Quanto sopra, rappresenterebbe un gesto dovuto di attenzione e rispetto nei confronti del proprio animale nonché un atto responsabile e coscienzioso nei confronti della società civile.
Avv. Simona Russo.