Credo che ai giorni nostri resistano ancora molte perplessità sulle capacità intellettive dei cani. Con tutta probabilità sono convinzioni che poggiano le radici in una cultura sociale che esclude il cane dalle sfere affettive ma lo considera ancora come un mezzo per ottenere un servizio. Una sorta di oggetto animato che ha l'abitudine di mangiare e, per giunta, a volte si lamenta e si ammala. Un'altra anomalia è spesso costituita dalla convinzione che se il cane non impara è solo stupido, senza interrogarsi se il cane abbia o meno capito le nostre intenzioni. Questa è una delle maggiori cause di incomprensione: la mancata o errata comunicazione. Dobbiamo essere certi che il cane abbia capito le nostre intenzioni dato che il nostro metodo d'insegnamento dovrà essere consono al metodo d'apprendimento che l'animale riesce a mettere in atto. Rinforzare il suo comportamento attraverso la gratificazione è l'unico sistema per fargli capire d'aver compiuto un'azione che noi approviamo ma non è certo l'eterna motivazione che lo spinge ad agire. Se così fosse, vedremmo i cani ricompensati ad ogni ostacolo superato, ad ogni ordine ricevuto ed eseguito vita natural durante: ma questo non avviene.
Anzi, i cani impiegati in pet therapy non vengono assolutamente ricompensati durante le sedute né con bocconcini né con altro. Semmai, quando è possibile, giocano con i pazienti riportando diligentemente la pallina o il riportello, lasciandosi accarezzare e coccolare con grande disponibilità. Il rinforzo, quindi, è un mezzo che consente al cane di capire meglio le intenzioni dell'uomo ma non è certo il sistema con il quale elabora le informazioni né, tanto meno, l'eterna motivazione che lo spinge ad agire. L' evoluzione del comportamento sociale canino ha percorso tappe fondamentali che sono state studiate e decodificate da illustri ricercatori. Attraverso i loro studi, abbiamo potuto conoscere gli atteggiamenti primari messi in atto dai lupi e da altre specie, riferiti alla riproduzione e legati alla sopravvivenza.
Il progresso della scienza ha permesso l'osservazione e la riflessione su altri aspetti del comportamento canino che sono da mettere in relazione alla nuova dimensione sociale nella quale il cane si è trovato a vivere. L'uomo da capo-branco si è trasformato in partner sociale di riferimento, attraverso il quale il cane agisce e interagisce nel rispetto delle regole che l'uomo, soggetto cognitivamente più sofisticato, stabilisce. E' una relazione di qualità che non mira soltanto al soddisfacimento dei bisogni primari quali la fame e la sete ma si estende ai cosiddetti bisogni secondari come l'amicizia, il rispetto e l'interazione. I benefici che l'uomo trae dal rapporto con il cane sono innumerevoli e, recentemente, sono stati indagati e approfonditi quelli di relazione, raggruppati in due dimensioni: attaccamento e supporto. L'espressione di queste dimensioni si può largamente constatare nella nuova co-terapia, che vede nel cane l'assoluto protagonista e che va sotto il nome di pet therapy.
Il cane è diventato per l'uomo una cultura da scoprire e dalla quale trarre notevoli benefici. Gli studi fatti sulle modalità di apprendimento hanno saputo dimostrare che il cane possiede un processo cognitivo molto raffinato. Egli impara attraverso l'elaborazione di teorie che può manifestare ma non proporre, a causa della mancanza di un linguaggio verbale comprensibile all'uomo. La relazione di reciproco rispetto e amore ha permesso l'avvio di un processo di riconoscimento del cane come soggetto sociale in grado di convivere con l'uomo e condividere con lui diverse e qualificanti aspettative di vita.