Kohler ha definito questa forma di comprensione immediata ed improvvisa come apprendimento per insight. Si riscontrano delle profonde differenze rispetto altre forme di apprendimento che possono essere riconducili almeno a due aspetti fondamentali:
- il ruolo centrale dell’intenzionalità durante la risoluzione del problema;
- il collegamento diretto con apprendimenti concettuali e cognitivi e non a operazioni o risposte motorie.
Per apprendimento dovuto all’intuizione (insight) si intende la scoperta intuitiva di come va risolto un problema, e il conseguente apprendimento che quel tipo specifico di problema vada risolto in un modo particolare.
Quando è in atto l’apprendimento cognitivo, l’individuo non procede più attraverso un meccanismo strutturato per prove ed errori, quindi secondo una modalità di apprendimento associativo, ma solo dopo aver riorganizzato funzionalmente gli elementi del problema, individuando una precisa soluzione.
È stato osservato che gli animali apprendono anche osservando le azioni e i comportamenti degli altri, immagazzinando la rappresentazione del comportamento e il suo esito (punizione o rinforzo) e, in base alle esperienze precedenti, sono in grado di prevedere l’esito di un comportamento di cui non abbiano avuto ancora alcuna diretta esperienza. Questo processo viene definito pertanto cognitivo, in quanto mette in gioco attività cognitive superiori come appunto la formazione di concetti e previsioni, le aspettative, di soluzioni ai problemi. Oltre all’apprendimento intuitivo, un altro esempio è l’apprendimento ad apprendere, ovvero la capacità di apprendere un compito o di risolvere un problema dopo aver avuto esperienza di compiti analoghi, e solo dopo essere entrati in possesso di strumenti cognitvi per prevedere gli esiti di determinati comportamenti. Secondo Tolman, l’apprendimento cognitivo sarebbe legato alla formazione di mappe cognitive, rappresentazioni interne che possono essere utili all’individuo per comportamenti futuri. La dimostrazione deriverebbe da una forma di apprendimento latente, che avviene senza rinforzo e che rimane latente fino al momento in cui non diventi necessario.
Apprendimento accidentale e modellamento
È molto difficile trovare momenti in cui un individuo non apprenda qualche informazione. Spesso impara senza rendersene conto, secondo un apprendimento accidentale, detto anche occasionale, ovvero l’apprendimento di informazioni che avviene senza intenzioni, ma come unico risultato del caso e dell’esperienza vissuta. È in altre parole possibile dire che si tratta semplicemente di quella parte dell’esperienza quotidiana del soggetto che resta impressa nella memoria. Una forma di apprendimento accidentale è il modellamento, l’apprendimento di un comportamento osservato in altri individui che fungono da modello. È un processo che assomiglia molto all’imitazione anche se, nella maggior parte dei casi, col modellamento l’imitazione avviene in modo inconsapevole. Il modellamento è un fenomeno conosciuto da secoli e A. Bandura lo ha studiato conducendo ricerche di grande rilievo. Egli dà un’importanza primaria al ruolo dell’influenza sociale nella formazione della personalità. Con la sua teoria dell’apprendimento sociale, egli collega l’apprendere all’imitazione e alla riproduzione. Ciò si verifica attraverso una serie di condizioni;
in particolare è necessario che:
- l’osservatore rivolga la sua attenzione verso il modello e che tale attenzione sia rivolta anche senza che sia rinforzata;
- il comportamento osservato deve essere colto dall’osservatore come modello comportamentale valido da apprendere;
- il modello comportamentale deve essere ricordato e richiamato alla memoria a distanza di tempo quando si verifichino situazioni adeguate.
Bandura con i suoi studi ha posto l’accento su fattori interni all’individuo, quali cognizioni, emozioni, rappresentazioni, valutazioni, oltre che gli stimoli esterni, come concause del comportamento.
Le applicazioni delle teorie e degli studi sull’apprendimento sono utili all’educazione e alla formazione. Dal punto di vista operativo, infatti, tali teorie permettono di costruire un processo funzionale, fornendo indicazioni sull’evento formativo stesso.
Nondimeno esse costituiscono un valido strumento nel campo della terapia comportamentale.
L’approccio comportamentista adotta un processo di intervento costruito sui principi del condizionamento classico per intervenire, ad esempio, sulle fobie.
Dott.ssa Emmanuela Diana
Etologa, dottore in Scienze Biologiche, specializzazione in Biologia Animale
Esperta di comportamento animale
Cell. 347.94.71.800
E-mail: emmanuela.diana@alice.it
Bibliografia:
Bandura, A. (1977); Grasha, A. (1972); Hilgard, E.R., Bower G.H. (1966); Kölher Wolfgang (1929); Tolman, E.C. (1948). |