In questo caso può accadere che tenti di assumere una posizione dominante e iniziare a minacciare o cercare di mordere il proprietario. Il cane che è aggressivo per dominanza non accetta tutti quegli atteggiamenti che percepisce come tentativi per dominarlo, come per esempio: sottrargli un osso o un giocattolo, tentare di allontanarlo dal luogo di riposo, fissarlo negli occhi, sgridarlo, prenderlo in braccio o toccargli le zampe posteriori… Di solito viene proposto un tipico schema di interazione nei confronti dei proprietari: vive in modo relativamente indipendente, tende a non ubbidire e a non seguire i proprietari e prende di solito l’iniziativa cercando compagnia solo in certi momenti e molto spesso per fare richieste precise. Alle istanze di ubbidienza, spesso risponde con lentezza e solo dopo che il comando è stato ripetuto più volte. Può esserci inoltre un incoraggiamento involontario da parte degli stessi proprietari, i quali danno segnali di conferma. Spesso infatti permettono al cane di mangiare per primo, di dormire sul letto o sul divano, concedendogli di prendere l’iniziativa nella maggior parte delle situazioni (decide quando si deve giocare, quando ricevere le “coccole”…) e soddisfacendo la maggior parte delle sue richieste. Talvolta essi permettono al cane di assumere posizioni dominanti come mettere le zampe anteriori sul corpo, di solito sulle spalle e finiscono per tollerare il comportamento di monta. Solitamente la manifestazione si verifica al raggiungimento della maturità sociale tra i 18 e i 24 mesi di età. Si tratta quindi di una sociopatia dipendente da caratteristiche individuali e dalla gestione quotidiana del cane e si relaziona ad un problema di reciproca incomprensione comunicativa fra cane e proprietario. La terapia consiste nel ristabilire una corretta gerarchia nel brancofamiglia in cui la posizione di leader venga assunta dal proprietario.
AGGRESSIVITA’ DA DOMINANZA CONTRO GLI ALTRI CANI:
può essere diretta verso cani dello
stesso nucleo familiare o verso cani sconosciuti.
Nel primo caso i cani possono entrare in aperto conflitto con altri individui che condividono il branco, il territorio proprio per una questione di leadership. La causa è in genere l’incertezza o la modificazione dei rapporti gerarchici fra cani, dovuta alla diversa evoluzione della loro maturità; per cui un soggetto giovane, raggiunta la maturità sociale, potrebbe tentare la scalata gerarchica entrando in conflitto con il cane più anziano. Molto spesso può essere causata dal comportamento dei proprietari che, non sapendolo, incoraggiano il cane gerarchicamente inferiore. Se non si opera un intervento, i soggetti interessati nel conflitto tendono a decidere i rispettivi ruoli all’interno del branco-famiglia. In molti casi però può succedere che non si arrivi tanto facilmente ad una definizione dei ruoli e allora i conflitti finiscono per inasprirsi e prolungarsi nel tempo fino a diventare più profondi. Se è rivolta verso cani sconosciuti di norma l’aggressività coinvolge individui dello stesso sesso e di solito maschi, i quali sono istintivamente portati a lottare con i rivali. Poiché il sesso è il fattore determinante e attraverso l’azione degli ormoni sessuali ha un ruolo fondamentale nella manifestazione di questo tipo di aggressività, la castrazione, soprattutto all’inizio della comparsa del comportamento aggressivo, può essere molto d’aiuto al trattamento e alla terapia, la quale si basa sulla modificazione del comportamento per controcondizionamento e desensibilizzazione.
AGGRESSIVITA’ INDOTTA DA PAURA:
è l’aggressività che viene manifestata in situazioni in cui il cane fuggirebbe se gli fosse possibile. I cani infatti tendono ad evitare le situazioni di cui hanno timore di solito scappando, indietreggiando e generalmente ringhiando fino ad arrivare a mordere quando non hanno più vie di fuga. Se i cani paurosi apprendono che essere aggressivi è il modo più efficace per evitare le situazioni difficili, tenderanno a proporre questo comportamento sempre più spesso. Si è osservato che le esperienze vissute dal cane, nonché l’età di adozione sono fattori determinanti in rapporto alla manifestazione.
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